Le talpe si ripresentano in superficie a primavera... come salvare il nostro prato da brutti cumuli di terra?

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16. 02. 22
posted by: iessebi

Ci si chiede se le talpe vivano tutte nei nostri orti e giardini, senza quasi distinzione fra pianura, collina e montagna, mentre con totale noncuranza snobbano aree verdi, parchi e aiuole pubbliche.


A questo comportamento esiste una spiegazione semplice e logica: nessun terreno è migliore di quello di orti e giardini. 

Le concimazioni mantengono inalterata o accrescono la fertilità del terreno e spesso ne migliorano la struttura, le lavorazioni impediscono compattamenti e ristagni, le regolari annaffiature stabilizzano il grado di umidità a livelli ottimali. In altre parole si creano tutte le condizioni migliori perché nel nostro terreno la vita pulluli e non solo quella vegetale, ma anche quella animale ed è proprio questa, poco visibile e sotterranea, che tanto attira le talpe.

 

Le talpe si cibano di una gran quantità di prede diverse, tutte animali e vive. Predano lombrichi, larve d’insetti, insetti adulti, molluschi, piccoli anfibi e piccoli rettili. Il loro metabolismo, come quello d’altri mammiferi insettivori di piccole dimensioni (ad esempio il toporagno), è molto elevato e devono cacciare continuamente. Bastano solo dodici ore di digiuno per condurre una talpa alla morte per inedia. Questo metabolismo così elevato impedisce alle talpe di entrare in letargo, trascorrendo l’inverno fra lunghi sonni e cacce. Con l’arrivo del freddo, infatti, sia gli insetti, sia le talpe (nonostante siano ben protette dal freddo dalla folta pelliccia), per mantenere costante la temperatura corporea scendono a una maggiore profondità. In questo modo la loro attività diventa invisibile e si ripresenta in superficie quando il terreno si scalda, a primavera, in concomitanza dei primi trapianti.

 

Questi animali quindi non si nutrono di tessuti vegetali ma solo di insetti, alcuni utili (i lombrichi) ma anche moltissimi dannosi. Per cacciare scavano un complesso sistema di gallerie che si può estendere per uno sviluppo di diverse centinaia di metri, in costante rinnovamento. Da una galleria principale, non segnalata in superficie, di media profondità (50-100 cm) si diramano le gallerie secondarie che salgono verso la superficie e da queste, quelle di caccia. Le gallerie di caccia sono quelle che smuovono il cotico erboso o la superficie lasciando un segno inconfondibile: così scalzano le radici, le troncano, stracciano la sottile trama dei capillizzi radicali ma non se ne nutrono. Spesso sono usate una sola volta e quindi richiuderle non serve perché saranno presto sostituite da altre. Sono i vari topi campagnoli che hanno l’abitudine di usare le gallerie di caccia delle talpe per raggiungere senza faticare gli organi ipogei delle piante di cui si cibano esito quasi sempre letale.

 

Cacciarle può essere una soluzione o è meglio rendere meno gradito il nostro spazio e farle spostare altrove?

Spesso dare la caccia alle talpe è del tutto inutile perché i giovani in fase di dispersione occupano i territori lasciati liberi da altri individui. Quindi uccidere la talpa che scava in giardino è solo liberare un territorio che presto potrà essere rioccupato e non difenderlo da nuove colonizzazioni. Molto meglio è cercare di dissuaderne l’ingresso: sia con i soliti metodi tradizionali, sia con prodotti repellenti di nuova generazione la cui efficacia negli ultimi anni è sicuramente migliorata.

 

Allora, che cosa possiamo fare per tenerle lontane dal nostro spazio?

In che modo veramente dissuaderle?



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